Il bergamotto o Cytrus Bergamia è un prezioso agrume che emana un profumo particolare e la cui presenza in Calabria si fa risalire al XVII secolo. In questa regione le condizioni climatiche permettono una produzione elettiva della pianta che fornisce un olio essenziale che viene per lo più esportato e utilizzato in profumeria, soprattutto in Francia. L’utilizzo del frutto è svariato, questo articolo si concentrerà sugli effetti benefici del bergamotto in campo medico.
L’utilizzo in medicina
Per quanto riguarda l’utilizzo del bergamotto in medicina bisogna andare a un altro secolo il XVIII, per le osservazioni fatte dal Dr. Francesco Calabrò sulle qualità disinfettanti della sua essenza nelle ferite. Così è stato usato per disinfettare blandamente la cavità orale e le zone del viso affette da pustole, a normalizzare le pelli grasse troppo ricche di sebo. Per di più il bergamotto, grazie anche al suo gradevole odore, è utilizzato per l’antisepsi generale del corpo e delle case, ospedali, sale di riunione…(Riva, 1988).
Di notevole importanza farmacologica sono i principi attivi di natura furocumarinica, denominati bergapteni, presenti in notevole percentuale nell’olio essenziale di bergamotto. (Calvarano et al., 1979). Una delle ultime ricerche su questi (studio pubblicato su <Italian Review of Medical and Surgical Researches> da G. Tarro, I. Saladino, R. Saladino, F. Saladino, “Effetto del Bergarital sulla replicazione di virus”, 1998) ne ha evidenziato le capacità antivirali.
In sintesi il Bergarital in soluzione alcolica di distillato di bergamotto, a diverse diluizioni, previene la sintesi di virus infettivo (virus dell’herpes simplex tipo uno), e ritarda l’effetto citopatico in cellule HEp-2”, quando viene aggiunto al mezzo di cultura almeno ½ h prima dell’infezione e quindi lasciatovi per la durata dell’esperimento. La sintesi degli antigeni fissanti il complemento, determinati con diversi sieri anti-erpetici, non è stata inibita dal bergarital analogamente a quanto si era dimostrato con l’1-metilisantin 3-tiosemicarbazone. Questi risultati indicherebbero una inibizione della normale funzione dell’RNA messaggero trascritto dal nuovo DNA virale, permanendo invece la sintesi di proteine virali e l’effetto citopatico.
L’attività antivirale di diverse molecole è stata già descritta da tempo nei riguardi di virus e ultimamente diversi autori ne hanno provato l’attività in vivo specie nei confronti del virus dell’AIDS (HIV) e dei virus epatitici (HBV, HCV) e ne hanno studiato gli effetti in correlazione con la viremia.
Aciclovir e metisazone (IBT) sono stati trovati attivi nei riguardi degli herpes virus e di poxvirus rispettivamente. Le varie concentrazioni di Bergarital in soluzione alcolica di distillato di bergamotto esente da Bergaptene sono state studiate per il loro effetto sulle colture cellulari prima e dopo l’infezione con virus diversi. Nel caso in cui il Bergarital veniva aggiunto successivamente, l’inibizione del virus diminuiva fino a cessare del tutto una volta che la replicazione virale fosse iniziata. Nel meccanismo di azione si è tenuto presente che in riferimento al virus vaccinico il DNA virale è sintetizzato in presenza d’IBT (Magee e Bach, 1962) e che particelle virali immature sono presenti nelle cellule trattate con tale sostanza (Easterbrook 1962) che non inibisce l’uncoating del virus infettante né l’induzione della sintesi di enzimi precoci.
Tuttavia il DNA virale prodotto non veniva rivestito dalle proteine virali né appariva nelle particelle mature, tali dati suggerivano una interferenza dell’IBT sulla sintesi delle proteine virali strutturali (Woodson e Joklik, 1965).
Esiste un’epidemia ovina detta “lingua blu” che miete parecchie vittime ed ha falciato interi greggi nel territorio calabrese. Ebbene il bergamotto, particolare prodotto della Calabria può agire in due punti cruciali del ciclo di trasmissione dell’infezione. Il bergamotto agisce in prima istanza come antivirale e poi come antivettoriale cioè blocca la trasmissione del virus da parte dei moscerini inibendo per “idiosincrasia sensoriale” l’approccio di questi insetti che veicolano il virus e lo trasmettono al gregge. In un momento di particolare sensibilità dell’opinione pubblica nei riguardi di attacchi all’ambiente e all’equilibrio ecologico, la possibilità di un utilizzo di un prodotto naturale, non tossico, antivirale e antiparassitario, rappresenta una singolare fortunata combinazione per intervenire nei riguardi di questa epidemia, sempre attuale, e inoltre come deterrente di altre potenziali epidemie sanificando l’ambiente stesso.
L’utilizzo del bergamotto è indicato, quindi, nel caso di “lingua blu”, ma anche contro le nuove malattie dovute ha modificate condizioni ambientali o al sopravvenire di nuovi fattori che modificano l’epidemiologia di malattie già note.
Gli esperimenti descritti si possono sintetizzare come segue, utilizzando l’interpretazione a livello molecolare espressa da Joklik (1968) per il virus vaccinico: nelle cellule infettate con virus erpetici in presenza di Bergerital l’RNA messaggero è trascritto normalmente all’incirca per 3 h, mentre non lo è più successivamente, rendendoci conto del perché le sub unità proteiche necessarie per la formazione di virioni maturi non sono formate. Il significato del tempo d’inibizione è probabilmente dovuto al fatto che l’RNA messaggero virale formato dopo la III ora è trascritto dal genoma virale dei virus neoformato ed è sensibile all’effetto degli inibitori studiati, dissociandosi dai ribosomi.
L’esperimento fatto da Rita Saladino, Francesco Saladino, Giulio Tarro e Italo Saladino (1998) è stato condotto per determinare se l’inibizione di nuovo virus erpetico infettivo da parte dei composti in studio s’accompagnava all’accumulo di composti virionici misurabili con la prova di fissazione del complemento.
È da osservare che l’apparire dell’effetto citopatico e la sua progressione sono stati influenzati da Bergarital nel senso di un ritardo, con distruzione visibile delle colture cellulari nel controllo alla 24a h: invece le colture trattate mostravano scarsi fenomeni tossici (granulazione), più accentuati per maggiori concentrazioni, ed effetto citopatico virale che si completava 6-12 h più tardi.
L’attività degli inibitori studiati, in gran parte inibenti la formazione di nuovo virus infettante, ma non modificanti per lo più la produzione degli antigeni virali strutturali è in accordo con altre osservazioni che indicano che la replicazione del DNA virale non è richiesta per la sua trascrizione in RNA messaggero specifico e di conseguenza per la produzione di proteine virali (Becker e Joklik, 1964; Easterbrook, 1962).
Cenni bibliografici
- Becker Y. and Joklik W.K.: Proc. Natl. Acad. Sci. U.S. 51: 577, 1964.
- Calvarano I., Ferlazzo A. e Di Giacomo A. “sulla composizione cumarinica e furocumarinica dell’essenza di bergamotto”, essenza Deriv. Agrumari, 49, 12, 1979.
- Easterbrook K.B.: Virology 17:245, 1962.
- Joklik W.K.: Proceedings of the 2nd International Symposium on Medical and Applied Virology, 1968.
- Magee W.E. and Bach N.K.: Ann, New York Acad. Scl. 130: 80, 1995.
- Riva E.: L’Universo della piante medicinali. Trattato storico, botanico e farmacologico di 400 piante di tutto il mondo” Ghedina e Tassotti Editori, 1988.
- Tarro G., Saladino F., Saladino I., Saladino R.. Effect of Bergarital on virus replication, Italian Review of Medical and Surgical Researches 2/4: 85-87, 1998.
- Woodson B. and Joklik W.K.: Proc. Natl. Acad. Sci. U.S: 54:946, 1965